Storia del Mercato

I primi attestamenti di attività commerciali nella zona del colle di Montebelluna risalgono al secolo decimo (1), ma la nascita di un mercato vero e proprio è da ricondurre al 3 maggio 1157, sancita dal diploma con cui Federico I concede al vescovo Ulderico tutti i diritti esigibili nel castello, in questo modo tutta la riscossione del reddito spettava al vescovo, aprendo il mercato al commercio franco. Questo gesto costituisce una chiara evidenza del fatto che esisteva già in quella sede un emporio o comunque un luogo di scambio di merci di una certa importanza, che godeva della protezione delle mura di un castello che sorgeva in quel punto. L’area che apparteneva al castello viene chiamata Casteler o Casteller, si trattava di una struttura di avvistamento e di difesa, ecco perché si prestava bene ad accogliere mercanti e merci, grazie alla sua funzione difensiva e quindi di protezione. (2)  La vita montebellunese e la sua attività commerciale si concentrava principalmente in quel punto ma sarebbe scorretto dire che tutti i cittadini vivevano in cima al colle e che abbiano popolato la zona pianeggiante solamente in un momento successivo;(2) in ogni caso sia il castello che il mercato ebbero un’importanza fondamentale. 

Ciò che caratterizza questa attività è il suo carattere di fiera e di mercato al tempo stesso; quindi, sia un punto di ritrovo per mercanti provenienti da zone diverse, sia un luogo di scambio di merci di poco valore; è molto probabile che non si trattasse di un mercato di interesse puramente locale, ma accoglieva mercanti  provenienti da un bacino molto ampio. (2) 

Il mercato ricopre dunque un ruolo importante come fattore di aggregazione di un territorio caratterizzato da un elevata policentricità: Montebelluna non era dotata di un centro vero e proprio, ma appariva più come un agglomerato di villaggi. (2) Oltre al mercato, l’altro fattore unificante è il castello, ma con la perdita di gran parte delle strutture difensive nel 1337 e la distruzione definitiva della fortificazione durante la guerra dei Cambrai nel 1509, si perdono tutte le funzioni che il sito rivestiva, affidando la fama del luogo solo al mercato. Nonostante la distruzione delle mura che per anni avevano accolto venditori e mercanti, la sede del mercato rimane la medesima. (2)

Tra Sei e Settecento si verifica un importante sviluppo demografico, aumentano gli esercizi commerciali e si insediano importanti famiglie da fuori, il mercato favorisce lo sviluppo di relazioni oltre alle operazioni economiche e ben presto iniziano ad emergere i primi problemi legati alla viabilità e agli spazi. (3)

La particolarità è che tutte le strade che portavano alla sommità della collina convergevano negli spazi in cui si teneva l’emporio: la zona del Casteller; tuttavia, dopo la distruzione dello stesso, la piazza prende il suo posto di centro di aggregazione e la rete viaria cambia, spostando il suo baricentro. Le strade in questione erano La Porcellera, ovvero via Foresto, che partiva da Posmon; una strada di interesse locale proveniente da Caerano; la Groppa, che si arrampica da Pederiva, e la Rampera, dalla zona di Pieve; oltre a queste strade c’era il Truozo Rabioso, proveniente da Biadene (cfr. Nicoletti 1992). Queste strade nel tempo diventano sempre più impraticabili, la loro ripidezza e la loro posizione non facilitavano la salita al colle, come suggerito dai toponimi; oltre alla condizione delle strade, un altro problema erano gli spazi in cui si svolgevano gli scambi, molto limitati a causa della natura del sito. Ad acuire queste problematiche vi era l’amministrazione travagliata del posto, che ha visto negli anni un alternarsi di passaggi di competenze dovuti all’interesse che quel luogo destava, in quanto crocevia di scambi. (4)

Il privilegio fiscale di cui beneficiava attestava l’importanza che aveva questo luogo, situato nei pressi di un’importante via di commercio, e la difesa di questo privilegio caratterizza Montebelluna e ne costituisce in un certo senso la sua identità. Pertanto, attorno alla difesa del sito e del suo privilegio fiscale si avvicendano contenziosi, interessi, convenienze. (5)  Durante tutta l’età moderna, a governare il luogo sono gli uomini appartenenti alla Fabbriceria; (6) gli amministratori dell’ente, soprattutto nel periodo precedente al trasferimento della sede del mercato, giocano costantemente sull’ambiguità e la difficoltà stabilire i limiti dei diritti e delle esenzioni di cui godeva il mercato, cercando di estenderli anche al villaggio che attorniava la piazza. (7)

La situazione diventa ancora più insostenibile nell’Ottocento, in quanto lo sviluppo dei sistemi sociali ed economici pone l’accento sull’inadeguatezza delle vie di comunicazione e del sito in sé. Gli amministratori sono spinti stabilire delle norme di costruzione piuttosto rigide per far fronte al problema della gestione dello spazio. Nel 1832 viene costruita la strada che ancora oggi da Pieve sale al Mercato, per aggirare l’antica strada della chiesa che aveva una pendenza del 17%. (8)

La soluzione definitiva arriva con la cessazione dell’esenzione fiscale, che ormai era diventato un diritto anacronistico, e questo avviene con la decisione di spostare il mercato in pianura, così facendo il sito perde le caratteristiche di extraterritorialità giuridica e fiscale rispetto al territorio circostante. (9) 

  • (1) Cfr. Gianpier Nicoletti, Le immagini del mercato. Il mercato di Montebelluna tra medioevo ed età moderna, in Montebelluna storia di un territorio. Cartografia ed estimi tra sei e settecento. Catalogo della mostra fatta nel 1992, Archivio di Stato, 1992
  • (2) Ibidem
  • (3) Cfr. Lucio De Bortoli, Il mercato dal colle al piano: una lunga storia, n.d., [13/02/2024]
  • (4) Cfr. Nicoletti, 1992
  • (5) Cfr. de Bortoli, n.d.
  • (6) Definizione di Fabbriceria da Oxford Languages: “Ente che cura la gestione di beni i cui redditi sono destinati alla conservazione degli edifici sacri, nonché alle spese per l’esercizio del culto o per opere di carità.”
  • (7) Cfr. Nicoletti, 1992
  • (8) Cfr. De Bortoli, n.d.
  • (9) Cfr. Nicoletti, 1992
Mercato di Montebelluna